Riflessioni.

Ci sono giorni duri, ed altri che non dovrebbero esserlo ma lo diventano. 
Quando siamo ragazzini sogniamo e poche volte, molto raramente, quei sogni si trasformano in realtà. 
Io, da ragazzina sognavo molto, il mio più grande sogno, era scrivere la storia della mia vita. 
Siccome non sono certo diventata famosa negli anni, a nessuno poteva interessare la storia della mia vita. 
Quindi ho scartato l'idea dell'autobiografia. 
Ho iniziato 100 volte a scrivere e per 200 ho lasciato perdere. Non mi piaceva, non mi rappresentava. 
Poi un paio di anni fa, ho scritto il primo capitolo. Mi è piaciuto. Mi sono fermata ancora. 
Un anno fa circa, in un momento di forte buio, sono entrata in analisi, ed ho deciso di ricominciare a scrivere, perché così facendo potevo finalmente affrontare i miei dolori e magari superarli una volta per tutte. 
Ed è andata veramente così. Naturalmente ho inventato dietro una storia, che romanza il tutto, ma c'è molto del mio dolore, delle mie illusioni e dei miei sentimenti in ciò che ho scritto. 
Ci ho messo un anno. 
Poi ieri, improvvisamente l'ho finito. 
Ho capito che era fatta. In una mattina ho scritto gli ultimi due capitoli e infine, l'epilogo. Così, come se fossero stati dentro di me. 
Piangevo mentre scrivevo, è stato difficile farlo, in tanti momenti. 
Eppure....
Quando le emozioni vengono fuori, risolvono i grandi dolori, lasciando il posto alle lacrime. 
E sono lacrime di sollievo, lacrime di chi ha dato troppo. 
Quindi per me ieri, era un giorno speciale. Il mio sogno non è completo, io vorrei vivere di questo, ma è comunque un grande sogno,che fino ad ieri, non sapevo se mai sarei riuscita a realizzare. 
Purtroppo c'è un MA. 
Nessuno ci ha fatto caso. 
Ho la sensazione di vivere troppo spesso una vita orientata verso gli altri, dove non c'è alcun posto per i miei sentimenti, le mie gioie, le rarissime soddisfazioni che la vita mi da. 
Troppo spesso, mi sono sentita una fallita, mi sono sentita di non essere, di essere solo buona a dare aiuto, sostegno, conforto. 
Fare da mangiare, fare le pulizie, essere mamma, dovrebbe riempirmi la vita. Forse essere felice. 
Scusate tanto, sarò fatta nella maniera sbagliata, ma non è così. 
Ieri sera sarei dovuta uscire a festeggiare, avrei dovuto essere incoraggiata perché io questo libro voglio pubblicarlo, ma non ne so nulla. 
Avrei voluto che qualcuno mi dicesse che sono stata brava, che mi facesse domande, che parlasse con me. Invece mi sono sentita trasparente come al solito. 
Se la determinazione basta, mi scontrerò di nuovo con la solitudine, ma un giorno, vi presenterò il mio libro. 
Non spero certo che per miracolo qualcuno mi lanci nel mondo dell'editoria, ma spero di avere un'occasione, visto che sono così prossima al mio giro di boa. 
E se qualcuno, leggendolo, verrà confortato o si sentirà capito, avrò raggiunto il mio scopo. 

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