A due passi dal cielo


Ci sono molte giornate buie e tempestose durante l' anno, eppure questa notte fa eccezione, è una notte strana.
A far eccezione non è soltanto il freddo, c 'è qualcosa nell'aria di diverso.
Questi sono i pensieri che mi affollano la mente e quasi penso ad un certo punto possano far rumore ed andare a disturbare la quiete della casa. E' tardi, ormai regna il silenzio. 
Mi rigiro nel letto, ma il sonno non ne vuol sapere di arrivare.
Sono maggiorenne.
Sono grande ormai.
Tutte le frasi udite nel tempo dai miei genitori, sulle infinite possibilità di fare ciò che avrei voluto una volta maggiorenne, mi appaiono vuote ed improvvisamente insignificanti.
Ho 1 8 anni, ma domani non ci sarà nulla di diverso. Un bellissimo senso di eccitazione si è inpadronito di me nei giorni scorsi, i preparativi per la festa, lo stereo che tanto ho desiderato, regalato dai miei.
Mi alzo: tentare ancora di dormire è una battaglia persa . 
Voglio guardare fuori, stanotte il mondo è fin troppo silenzioso. Apro la finestra nella maniera più delicata possibile; non voglio svegliare nessuno. Questa notte è diventata mia soltanto. Non voglio condividerla, ne' sprecare un solo istante. 
Ma la notte ha ancora una sorpresa in serbo per me. Anche lei, festeggia il mio compleanno. Nevica.
Non è una neve debole, ma veri e propri fiocchi scendono formando dei turbini e roteando, mentre io fisso incredula lo spettacolo davanti ai miei occhi. 
Qui non nevica quasi mai, l'ultimo mio ricordo risale a quando ero poco più di una bambina sulle spalle di mio padre, e cercavo di prendere i fiocchi di neve con la bocca aperta e loro dispettosi, si schicantavano freddi ed umidi sui miei occhi e sul viso.
E' talmente bello lo spettacolo, che vorrei poter essere fuori. Decido di avvicinare al balcone il grande tappeto di lana bianca. 
Da quaggiu' tutto ha un'altra prospettiva. 
Certo che la neve a marzo non me l'aspettavo proprio! 
È  proprio un bel regalo di compleanno, una festa solo per me.
Eppure stanotte il mio pensiero va al passato, un passato che a pensarci davvero bene, non mi appartiene... è inevitabile stanotte pensare a mia madre. Lei, la donna che 18 anni fa mi ha messo al mondo. Non so nulla su di lei, se non le cattiverie che nel tempo le persone si sono prese la briga di raccontarmi senza che io avessi mai chiesto nulla.
Stanotte, vorrei urlare questo vuoto e tutto il dolore di questo abbandono che negli anni è cresciuto con me. 
A 18 anni, mi rendo conto perfettamente della fortuna che ho avuto ad essere stata abbandonata. Per quanto possa tutto sembrare paradossale, è la verità. Grazie a questo evento, sono una ragazza normale, fortunata, che vive o prova a vivere serenamente la sua vita. 
Purtroppo però, anche in un puzzle bellissimo se manca un pezzo, non sarà mai completo per davvero. E 'così è la mia Vita.
E quella mamma, che credevo morta da piccola per giustificare l 'abbandono, questa notte mi manca; anche se non la conosco, anche se non posso chiudere gli occhi e vedere il suo viso, anche se non so nulla di lei, della sua storia, dei suoi sogni. Mi manca forse ciò che avrei voluto che lei fosse per me, il sogno tanto sperato, la speranza di non essere stata un errore di percorso, un problema del quale sbarazzarsi. Di non sentirsi più un superfluo, di non essere più nel posto sbagliato al momento sbagliato. 
Mi hanno sempre detto che il sangue chiama, ho sempre rifiutato quest'idea, talmente forte ed intransigente era la mia rabbia. Ma stasera, mentre la neve copre di bianco tutto fuori di qui, mi chiedo se lei si ricorda del mio compleanno e se magari anche lei, non molto lontana da qui, non riesce a dormire e guardando la stessa neve cadere sta pensando a me.
Molto probabilmente un'altra volta sto cercando una giustificazione e questa sera mi va bene così. Questa sera, ho perdonato una donna che non conosco e che forse mai conoscero'. E forse a ben pensarci, non m' importa nemmeno che questo possa avvenire, adesso.
Finalmente stasera sono libera. Libera dall 'odio, dalla rabbia, dall'amarezza e dal vuoto. Le ferite, quelle forse non guariranno mai; la comprensione non può esserci e non so se potrò davvero mai capire.
L'abbandono, il rifiuto, l'incomprensione, provocano una ferita profonda, che nemmeno il più grande amore può guarire.
La terra stanotte si veste di un manto bianco, liscio come seta nel suo candore riporta il silenzio.
Il silenzio porta alla pace: buon compleanno piccola, fragile donna.

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